Cefalù e Pollina
Cefalù
Cenni storici
Vi sono diverse versioni sulla nascita del nome Cefalù. Alcuni storici lo fanno derivare dal greco Kephaloidion o Kephalè cioè capo, altri dal punico Kefa che ricorda la rocca, (promontorio che domina il borgo medievale), altri ancora dal latino Cephaloedium con riferimento alle sorgenti che bollono in mare o vengono fuori a Presidiana. I Sicani sono stati individuati tra i fondatori della città dopo essersi fermati nel 1630 a.c. o i Fenici che le diedero il nome di Ras Melkart. La tesi potrebbe trovare qualche appiglio nel ritrovamento di reperti preistorici nelle grotte della Rocca ed in particolare in quelle delle colombe e delle giumente.
Le prime notizie certe ci vengono tramandate dallo storico Diodoro Siculo il quale scrive che Cefaledio si alleò nel 396 a.C. con il generale ateniese Imilcone per combattere contro Dionigi, tiranno di Siracusa. La vittoria di Dionigi significò anche la caduta di Cefalù ed il dominio di Siracusa, che fu interrotto dalla egemonia cartaginese che cessò con la vittoria del siracusano Agatocle nel 306 a.C.
La città tornò a subire l’egemonia dei cartaginesi fino a quando i romani nel 254 a.C ebbero il sopravvento e dichiararono Cefaledio città decumana cioè obbligata a pagare un decimo dei prodotti agricoli raccolti. Durante la dominazione romana venne a Cefalù per indagare sugli abusi di Verre, Marco Tullio Cicerone che definì la città “urbs placentissima”.
Dopo i romani vi fu la dominazione dei vandali, dei goti, e nell’858 degli arabi, quindi nel 1063 fu preda del gran conte Ruggero che insieme al fratello Roberto il Guiscardo saccheggiarono e distrussero la città. Il figlio Ruggero II° riedificò dalle fondamenta Cefalù e nel 1131 diede inizio alla costruzione della meravigliosa Cattedrale.
Successivamente la città passò sotto il dominio dei Chiaramonte ( 1348) e dei Ventimiglia. Nell’’800 Cefalù partecipò ai moti rivoluzionari ed il 14 marzo 1857 Salvatore Spinuzza fu condannato a morte e fucilato in Piazza Garibaldi Cefalù conserva testimonianze e impronte delle varie dominazioni che si sono susseguite nel corso dei secoli.
In realtà è una delle città della Sicilia più ricche di monumenti e di testimonianze storiche. In primo luogo la meravigliosa Cattedrale con i preziosi mosaici bizantini, il Chiostro, l’Osterio Magno, dimora dei Ventimiglia, il Castello ed il tempio di Diana sulla Rocca, la cinta muraria megalitica, il Palazzo Maria, indicato come Domus Regia, le numerose chiese ricche di storia, le edicole votive, il sistema viario ellenistico – romano, il Castello Ortolani di Bordonaro, la fondazione ed il Museo Mandralisca che contiene una biblioteca una collezione archeologica, numismatica e malacologia e nella pinacoteca “il ritratto di Ignoto” di Antonello da Messina, il San Giovanni Battista, attribuito al Sogliani, la “Malinconica” (olio su tela, 29 x39 cm) attribuita a Caroselli ed il famoso cratere del venditore di tonno del IV° sec. A.C.
In una visita a Cefalù merita una sosta il Lavatoio Medievale, dove le donne lavavano i panni e foce del fiume “Cefalino”, il restaurato “Teatro comunale Salvatore Cicero”, sete del film oscar “Nuovo Cinema Paradiso”, la piccola chiesa di piazza Spinola, l’incantevole terrazza del “Bastione di Marchiava” e “Porta Pescara”, da cui fotografare imperdibili tramonti. Dal porticciolo della Vecchia Marina inizia anche un percorso “la foresta di rocce” ricavato a ridosso delle “Mura megalitiche” che proteggevano la città nel fronte mare.
Da non perdere una visita al Santuario di Gibilmanna a cui si affidano molti fedeli e le donne in dolce attesa e l’annesso Museo del convento dei Cappuccini di Gibilmanna che ospita materiale artistico, etnoantropologico ed esemplari di abiti liturgici. Gibilmanna si può facilmente raggiungere da Cefalù e da Casa Primacroce.
Proseguendo si arriva a Piano Battaglia località sciistica delle Madonie. Cefalù è infatti la porta dal mare del Parco delle Madonie. La festa principale di Cefalù è il SS. Salvatore, Patrono storico di Cefalù. Si tiene dal 2 al 6 agosto. Nel culmine della festa, il 6 agosto, si disputa la ‘ntinna a mari in cui i concorrenti, per tradizione figli della marineria locale, si contendo la bandiera raffigurante il SS. Salvatore, posta all’estremità di un lungo palo sospeso nell’acqua. Il 6 agosto, la città devota, partecipa alla processione del SS. Salvatore. Conclude la festa uno spettacolo pirotecnico sul lungomare di Cefalù.
Pollina e Finale
Pollina, paese medievale facente parte del Parco delle Madonie, è appollaiato sul cocuzzolo di una collina posta a 763 metrisul livello del mare. Insieme alla frazione Finale, adagiata sul mare, comprende una popolazione di circa 3.300 abitanti. E’ stato indicato come colonia greca e denominata Antica Apollonia. Le notizie più certe fanno riferimento al periodo normanno quando il conte Ruggero, nell’anno 1082, diede alla diocesi di Troina il casale di Polla. Dodici anni dopo Polla fu trasferita alla diocesi di Patti e, nel 1131, anno di inizio della costruzione della Cattedrale di Cefalù, alla stessa diocesi di Cefalù, guidata dai canonici di Bagnara Calabra.
Successivamente nel 1321 fu assegnata a Francesco I° di Ventimiglia, conte di Geraci, che, nel 1316 aveva fatto costruire il Castello di Castelbuono.
Il casato dei Ventimiglia lasciò una grande impronta anche a Pollina, dove sulla sommità, accanto alla torre, vi era un castello fortificato del quale esistono pochi ruderi e a Finale, dove edificarono, in un feudo composto da uliveti verdeggianti, una villa, attorno alla quale si è sviluppato il centro abitato di Finale di Pollina.
Alla base di una torre quadrata nel 1979 l’architetto veneziano Antonio Foscari progettò a Pollina un teatro, scavato nel vivo della roccia, molto suggestivo, con una scenografia naturale proiettata sui monti Nebrodi e sulle Madonie. Lo stesso teatro ogni anno ospita opere classiche e moderne.
La chiesa madre di Pollina, dedicata ai Santi Giovanni e Paolo, contiene capolavori di Antonio Gagini, tra le quali il gruppo marmoreo della natività, risalente al 1526, la Madonna delle Grazie con il bambino e la pietà. Il patrono di Pollina è San Giuliano, vescovo di Le Mans. Per una escursione si può scegliere la Gola di Tiberio sul fiume Pollina.
Nel territorio di Pollina, oltre alla olivicoltura è diffusa la frassinicoltura. Esperti agricoltori incidono la corteccia del frassino dalla quale viene fuori la manna, un prodotto prezioso e genuino utilizzato come purgante o come dolcificante nella produzione di dolci tipici. Per celebrarne la bontà ogni anno, nel mese di settembre, viene organizzata la “sagra della manna”.
A partire dal 1972, anno di costruzione del villaggio Valtur, la frazione Finale ha cominciato a svilupparsi turisticamente. Il nuovo lungomare di Finale di Pollina ospita, oggi, pizzerie, ristoranti e bar dove gustare e trascorrere la serata.
La principale festa religiosa è quella di San Giuliano, patrono di Pollina. Si tiene la seconda domenica di luglio, dal venerdì alla domenica. La Madonna delle Lettere, è invece diventata, alla fine degli anni ’50, la patrona di Finale di Pollina. Si tiene la seconda domenica di agosto in modo da consentire agli emigrati di essere presenti alla festa.